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Antayev e Altri c. Russia, N. 37966/07, Corte EDU (Prima Sezione), 3 luglio 2014

Abstract

Divieto di trattamenti inumani e degradanti. Comportamenti violenti degli agenti di polizia determinati da pregiudizi etnici o razziali. Obbligo di svolgere indagini effettive in ordine al movente razzista di aggressioni e comportamenti violenti. Divieto di discriminazione. Profilazione etnica. 

Riferimenti normativi

Art. 3 CEDU 
Art. 14 CEDU

Massima

1. Il comportamento violento e ingiustificato degli agenti di polizia durante una perquisizione domiciliare – inflitto alle vittime con l'obiettivo di intimidirle, umiliarle e svilirle – costituisce un trattamento inumano e degradante ai sensi dell'art. 3 CEDU (caso in cui i ricorrenti avevano riportato gravi lesioni fisiche a seguito della perquisizione condotta dalla polizia presso la loro abitazione).
2. Nel caso in cui emergano prove dell'esistenza di abusi verbali razzisti da parte delle forze dell'ordine in relazione al presunto maltrattamento di soggetti appartenenti a una minoranza etnica o di altro tipo, è necessario effettuare un esame approfondito di tutti i fatti per scoprire il possibile movente razziale di tale presunto comportamento discriminatorio (caso in cui i ricorrenti, di etnia cecena, avevano denunciato alle autorità di essere stati sottoposti a maltrattamenti e di aver subito insulti razzisti da parte degli agenti di polizia nel corso di una perquisizione domiciliare).
3. L’esistenza di direttive interne sulle modalità con cui trattare i soggetti sospettati di aver commesso reati in base alla loro etnia e l’applicazione di tali istruzioni nel corso delle operazioni di polizia rappresentano una forma di profilazione etnica, contraria al divieto di discriminazione sancito dall’art. 14 CEDU (caso in cui la Corte di Strasburgo ha osservato che la polizia locale aveva coinvolto il Dipartimento regionale per la lotta alla criminalità organizzata e un gruppo delle forze speciali nello svolgimento di perquisizioni presso le abitazioni dei ricorrenti – in relazione a quella che altrimenti potrebbe essere considerata come un’indagine su un reato minore – solamente perché i sospettati erano di origine cecena).