Condanna per aver pubblicato alcuni video su YouTube riguardanti la promozione della Sharia tra i non musulmani. Legittima ingerenza nella libertà di espressione.
Riferimenti normativi
Art. 10 CEDU
Art. 17 CEDU
Massima
1. Dichiarazioni volte a fomentare l’odio, la discriminazione e la violenza nei confronti di tutti coloro che non professano la religione islamica sono incompatibili con i valori della tolleranza, della pace sociale e della non discriminazioni garantiti dalla Convenzione. Pertanto, in virtù di quanto sancito dall’art. 17 CEDU, non godono della tutela dell’art. 10 CEDU.
2. Difendere la Sharia auspicandone l’adozione, promuovendo l’uso della violenza per il raggiungimento di tale fine, può essere considerato un “discorso d’odio”. Gli Stati contraenti hanno il diritto di opporsi ai movimenti politici che incoraggiano il fondamentalismo religioso.
(Nel caso di specie, il ricorrente, leader e portavoce dell'organizzazione "Sharia4Belgium", era stato condannato per incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza in considerazione di talune dichiarazioni da lui rilasciate e diffuse tramite YouTube. In particolare, aveva invitato i suoi ascoltatori a opprimere e a combattere tutti coloro che non professano la religione islamica. Egli lamentava pertanto la violazione dell'art. 10 CEDU. Dato il contenuto delle dichiarazioni in questione, la Corte, conformemente al dettato dell’art. 17 CEDU, ha dichiarato il ricorso inammissibile).
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