Condanna di un giornalista per aver prodotto un documentario contenente dichiarazioni razziste e xenofobe. Illegittima ingerenza nel diritto alla libertà di espressione.
Riferimenti normativi
Art. 10 CEDU
Massima
La condanna di un giornalista per aver collaborato alla diffusione di dichiarazioni razziste e xenofobe rese da terzi, con l'unico scopo di fornire informazioni su un tema di interesse pubblico, viola l'art. 10 CEDU. La stampa svolge il ruolo fondamentale di "cane da guardia della democrazia", che può essere limitato solo in circostanze eccezionali.
(Nel caso di specie, il ricorrente, un giornalista, era stato condannato per favoreggiamento nella diffusione di dichiarazioni razziste. In particolare, aveva realizzato un documentario contenente estratti di un'intervista televisiva da lui condotta con tre membri di un gruppo di giovani (i Greenjackets), dalla quale emergevano osservazioni offensive e dispregiative relativamente a immigrati e a gruppi etnici minoritari residenti in Danimarca. Prendendo in considerazione i contenuti del documentario, il contesto in cui era stato trasmesso e lo scopo dello stesso, la Corte ha ritenuto che l’ingerenza nel diritto alla libertà di espressione del ricorrente non fosse "necessaria in una società democratica". In particolare, la condanna risultava sproporzionata rispetto al legittimo proposito di proteggere la reputazione altrui perseguito dalle autorità nazionali).
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