Non risulta che, ritenendo che l'uso dell'abaya, che non può essere considerato discreto, costituisca una manifestazione vistosa dell'appartenenza religiosa degli alunni interessati in violazione del divieto previsto dalle disposizioni dell'articolo L. 141-5-1 del Codice dell'istruzione, e invitando i dirigenti scolastici ad avviare un procedimento disciplinare se l'alunno non vi ha rinunciato dopo una fase di dialogo, il ministro avrebbe violato in modo grave e palesemente illegale il diritto al rispetto della vita privata, la libertà di religione, il diritto all'istruzione, il rispetto dell'interesse superiore del bambino e il principio di non discriminazione.
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