Basu c. Germania, N. 215/19, CEDU (Terza Sezione), 18 ottobre 2022

Profilazione etnica nel controllo d'identità della polizia su un treno. Violazione dell'art. 14 CEDU in combinato disposto con l'art. 8 CEDU.

Art. 8 CEDU
Art. 14 CEDU

1. Non tutti i controlli di identità di persone appartenenti a una minoranza etnica raggiungono una soglia di gravità tale da rientrare nell'ambito di applicazione del diritto al rispetto della vita privata (art. 8 CEDU). Tale soglia viene raggiunta solo se la persona interessata dichiara in modo circostanziato di essere stata sottoposta al controllo a causa di specifiche caratteristiche fisiche o etniche.

2. Nei casi in cui si sostiene che una persona sia stata sottoposta a controlli di identità da parte della polizia a causa di caratteristiche fisiche o etniche, e qualora tali atti rientrino nell'ambito di applicazione dell'art. 8 della Convenzione, le autorità nazionali hanno il dovere, ai sensi dell'art. 14 CEDU, di svolgere indagini effettive e indipendenti per verificare se il controllo sia stato motivato da ragioni etniche. Ciò è fondamentale per tutelare le persone interessate dalla discriminazione razziale e dalla stigmatizzazione, e per prevenire la diffusione di atteggiamenti xenofobi.

(Nel caso di specie, il ricorrente, un cittadino tedesco di origini indiane, lamentava di essere stato sottoposto a un controllo di identità da parte della polizia unicamente a causa del colore della sua pelle e che i tribunali nazionali si erano rifiutati di esaminare nel merito quanto da lui denunciato. La Corte europea ha ritenuto che tali fatti costituissero una violazione dell'art. 14 CEDU letto in combinato disposto con l'art. 8 CEDU, poiché le indagini delle autorità nazionali su quanto denunciato non potevano essere considerate effettive e indipendenti. L’esiguo materiale raccolto nel corso delle indagini nazionali si è tra l’altro rivelato insufficiente nell’ottica di consentire alla Corte di pronunciarsi in merito al movente razziale della polizia).