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10-01-2022

Su atlete, corpi e regole: dare un senso a 'Caster Semenya'

L’articolo mira a decostruire in maniera sistematica quattro differenti narrazioni racchiuse nel caso Mokgadi Caster Semenya et al. c. International Association of Athletics Federations (IAAF), un caso deciso dal Tribunale arbitrale per lo sport (TAS) nel 2019 e, in appello, dal Tribunale federale svizzero nel 2020. In Semenya, l’Athletics South Africa e Caster Semenya, celebre mezzofondista sudafricana, hanno sostenuto che il ‘Regolamento di ammissibilità per la classificazione femminile (Atlete con differenze nello sviluppo sessuale)’ (Regolamento DSD) della IAAF discrimini inutilmente, sproporzionatamente ed irragionevolmente le persone con differenze nello sviluppo sessuale, impedendo loro di competere nella categoria femminile a meno che non si sottopongano ad un trattamento di soppressione dei livelli di testosterone. Questo articolo offre un’analisi inedita di Semenya a partire da una serie di narrazioni di cui gli arbitri si sono avvalsi nella
decisione. In particolare, il contributo mette in discussione che: (1) il caso riguardi questioni di ammissibilità e non di sesso/genere; (2) il testosterone sia un fattore predittivo della performance atletica; (3) il trattamento di soppressione dei livelli di testosterone richiesto sia sicuro ed innocuo; e (4) il caso concerna la protezione
dell’integrità della categoria femminile, superando i confini etnici e razziali. Nonostante il tentativo degli arbitri di offrire una narrazione oggettiva e neutrale, il modo in cui essi hanno dato un senso alla performance eccellente di Semenya è stereotipato e stigmatizzante. La conclusione sottolinea come le narrazioni presentate in Semenya siano non solo intrinsecamente fallaci, ma contraddicano anche il principio di correttezza (fairness) nello sport.

(di Giovanna Gilleri)