Il pluralismo educativo
Le società contemporanee si trovano ad affrontare sfide sempre più pressanti per garantire il pluralismo educativo, quale imprescindibile presupposto di una società realmente inclusiva.
Il pluralismo educativo può essere declinato come pluralismo nell’offerta scolastica e, dunque, garanzia della libertà di scelta dell’educazione più conforme alle convinzioni ideologiche e religiose proprie dei genitori o dei figli, oppure come educazione impartita in modo oggettivo e pluralistico, scevra da qualsiasi tipo di indottrinamento o condizionamento ideologico.
Un contributo importante per la soluzione delle numerose questioni che attengono all’interpretazione e all’implementazione del quadro normativo interno su questo tema proviene dalle Corti sovranazionali, anche se la disciplina sovranazionale lascia un ampio margine di discrezionalità agli Stati in tema di istruzione.
Così, con riferimento al pluralismo nell’offerta scolastica, sia in ambito CEDU che in ambito Eurounitario, la scelta di orientarsi o meno verso l’erogazione di contributi pubblici alle scuole private è rimessa agli Stati. Invero, da una parte, l’impostazione della Corte di Strasburgo è molto prudente e rispecchia la volontà, manifestata chiaramente dalla maggior parte degli Stati contraenti, di non impegnarsi, in forza dell’adesione all’art. 2 del primo protocollo addizionale alla CEDU, a esborsi finanziari nei confronti della scuola privata. D’altra parte, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea svolge un’attività interpretativa che è fortemente influenzata dalla normativa di riferimento che, nel campo specifico dell’istruzione, può essere solo di coordinamento, completamento e sostegno della disciplina nazionale. Sebbene numerosi interventi dell’Unione siano volti a favorire una istruzione pluralistica e inclusiva, l’impostazione seguita dalla Corte di Giustizia è sempre condizionata dalla norma di cui si paventa una violazione da parte degli Stati membri e, dunque, relativamente a settori in cui l’Unione esercita una effettiva competenza normativa.
In relazione al pluralismo nella scuola, l’ancoraggio della Corte EDU al parametro negativo dell’indottrinamento fornisce importanti indicazioni agli Stati nella ricerca di un bilanciamento tra diritto all’istruzione e libertà di coscienza. E’ costante, invero, nella giurisprudenza di Strasburgo l’affermazione del pluralismo educativo come baluardo della democrazia, e del diritto a un’istruzione fornita in modo oggettivo e pluralista. Dal canto suo, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, svolge solo un ruolo indiretto nello sviluppo di una scuola inclusiva e pluralista, coerentemente con la competenza di sostegno dell’Unione agli Stati membri in tema di istruzione.
Si riporta la più rilevante casistica della giurisprudenza sovranazionale ed interna sul tema, nonché alcuni contributi che esplorano la dialettica del pluralismo ideologico e della sua effettività nelle scuole con prevalente attenzione al ruolo e all’influenza degli istituti di istruzione religiosamente orientati o meno.
(Focus a cura di Nadia Sima Spadaro)
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