Boosting a Sustainable Religious Pluralism: Public Order and European Constitutional Identity (SURPLEI)
Il diritto alla libertà religiosa e la garanzia di un pluralismo religioso e culturale sono condizioni indispensabili per la formazione e la promozione di società sostenibili e inclusive, in cui tutte le diversità contribuiscono alla realizzazione del benessere degli individui e delle comunità e alla lotta contro le disuguaglianze. A maggior ragione ciò trova conferma rispetto alle strutture sociali contemporanee, che si presentano sempre più connotate da diverse identità e in cui il pluralismo di matrice religiosa, culturale, linguistica ed etnica reclama soluzioni di coesistenza nella differenza, senza per questo negarla.
Rispetto a tali richieste, che negli ultimi anni sono divenute improcrastinabili, l’Università degli Studi dell’Insubria Varese-Como, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Siena hanno risposto con la creazione di un progetto di ricerca PRIN 2022 PNRR “Boosting a Sustainable Religious Pluralism: Public Order and European Constitutional Identity (SURPLEI)”, P2022A3L9K, Finanziato dall'Unione Europea - Next GenerationEU- missione 4, componente 2, investimento 1.1.
Le quattro unità di ricerca si propongono, rispettivamente, di indagare: il ruolo delle comunità religiose nella definizione dell’ordine pubblico nazionale ed europeo; la connessione tra ordine pubblico e diritto alla libertà religiosa sia a livello nazionale che all'interno degli spazi giuridici europei; il contenuto degli ordini pubblici nazionali come limiti al riconoscimento di atti, norme e provvedimenti esterni di matrice confessionale; le peculiarità della libertà religiosa nel quadro dell’identità costituzionale dell’Unione europea.
La ricerca si impegna a capire in che misura e in che modo il diritto alla libertà religiosa e il principio dell'ordine pubblico influenzano l'attuale rapporto tra le tradizioni costituzionali nazionali e l'identità costituzionale europea. Particolare attenzione sarà dedicata al principio del pluralismo non solo all’interno dello spazio giuridico dell'Unione europea, che ne rappresenta il campo d'indagine naturale e primario, ma anche rispetto al ruolo della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo.
Inoltre, la crescente politicizzazione del diritto alla libertà religiosa, che è diventato sempre più centrale nelle politiche di gestione del pluralismo religioso e culturale in Europa, rivela, paradossalmente, che tale diritto è diventato un'occasione per la riproposizione di teorie e pratiche nazionaliste di politica pubblica, spesso in conflitto con il pluralismo e, in ultima analisi, con l'identità costituzionale universalistica promossa dalle istituzioni europee. Una tensione irrisolta tra il livello nazionale e quello europeo innesca processi conflittuali che sono in contraddizione con la coesione sociale e gli obiettivi di sostenibilità perseguiti dai diversi livelli di governo. Ciò avviene soprattutto quando, a livello nazionale, il riferimento all'ordine pubblico diventa lo strumento per legittimare discipline restrittive del diritto alla libertà religiosa, in contraddizione con il suo pieno riconoscimento come diritto fondamentale.
La ricerca si occuperà anche di esaminare da vicino il ruolo delle comunità religiose sia nella definizione degli spazi pubblici pluralisti sia nei conflitti sollevati dalle loro richieste di riconoscimento. In particolare, il modo statico o dinamico in cui le comunità religiose si rapportano alla loro normatività per identificare e manifestare i loro bisogni ha un grande significato nella gestione di possibili conflitti.
Per quanto riguarda le attività di ricerca, le quattro unità provvederanno, periodicamente, all’organizzazione di workshop e seminari, durante i quali sarà possibile non solo aggiornare il pubblico accademico sui risultati ottenuti, ma anche creare dei momenti di dibattito e di riflessione. Infatti, verranno organizzate anche delle tavole-rotonde con le comunità religiose e gli attori pubblici, così come la pubblicazione di articoli scientifici e un libro per accrescere il dibattito accademico. Inoltre, al fine di rendere i risultati della ricerca raggiungibili anche dal più vasto pubblico, sono stati creati dei profili social (Linkedin e Facebook), con cui sarà possibile rimanere sempre aggiornati rispetto agli eventi e alle attività svolte. Inoltre, a tal fine, verrà predisposto un podcast per facilitare la fruizione dei risultati ottenuti dalle attività di ricerca.
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